Siccità 2070
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A: A casa tiriamo lo sciacquone una volta al giorno.
B: Anche noi. Mio papà dice che non si può fare diversamente, anche se d’estate puzza troppissimo.
A: Già…
B: Mio padre mi ha raccontato che quando era bambino lui, non aveva questo problema. Suo papà, cioè mio nonno, gli permetteva di lavarsi e di usare l’acqua quanto voleva.
A: Doveva essere bello.
B: Sì, però poi quando mio padre si è fatto grande tutto è cambiato. Gli dicevano che l’acqua poteva usarla di meno e poi sempre meno…
A: Tu hai mai fatto una doccia?
B: No e tu?
A: No…
B: Noi a casa ci laviamo a pezzi e in fretta perché l’acqua arriva due ore al giorno.
A: Sì anche da noi: due ore al giorno di acqua.
Recuperare acqua piovana
Il recupero dell'acqua piovana è una strategia utile per combattere lo scenario di una Italia inaridita dalla siccità. Per risparmiare acqua possiamo iniziare innaffiando il prato con acqua piovana raccolta dalla grondaia.
Scopri le soluzioni disponibili →B: Però quando piove mia madre raccoglie l’acqua nella cisterna, poi ne mette un po’ nella vasca e ci laviamo insieme io e mio fratello. Tu ti sei mai lavato con la pioggia?
A: Sì, ma non nella vasca. Abito in condominio e lì abbiamo una cisterna sola che non basta mai per tutti. Così quando piove forte, mamma mi porta sul tetto e mi fa stare sotto la pioggia nudo. Lo fanno anche altri. Abbiamo creato delle cabine doccia fai da te sul tetto del nostro palazzo. Mio papà le chiama "Cabine pioggia".
B: Ah! Ah! Deve essere divertentissimo!
A: Sì, lo è… Peccato che succede un paio di volte l’anno.
(Silenzio)
Un vento arido riempie gli occhi dei due bambini. Coprono la faccia con la maschera in dotazione: tutti devono averla sempre con sé. Alla maschera va agganciata una piccola bombola di ossigeno ricaricabile, utile per respirare quel paio di minuti necessari a trovare riparo all’interno.
Corrono in casa i due amici per sfuggire all’eredità lasciata dalla prolungata siccità.
Il vento è arido e solleva tanta polvere perché i terreni sono aridi da lunghi anni. Non è più terra fertile, è polvere che ti entra nei polmoni.
(Riprende il dialogo)
A: Secondo te tornerà la pioggia come quando erano piccoli i nostri genitori?
B: Non lo so. Io lo spero, perché così è molto triste.
(Breve pausa)
A: Ti posso confessare un segreto?
B: Sì.
A: Da grande voglio diventare ingegnere per inventare la macchina del tempo.
B: E cosa ci vorresti fare con la macchina del tempo?
A: Vorrei tornare indietro nel tempo e lasciare una lettera che ho scritto ai politici. Papà mi ha detto che sono i politici che prendono le decisioni, e io vorrei consegnargli una lettera piccola piccola.
B: Cosa hai scritto in questa lettera?
A: Vuoi ascoltare?
B: Sì.
A: Allora te la leggo.
“Cari politici, sono un bambino italiano del 2070. Nel 2070 c’è la siccità in Italia. Io e i miei amici ci laviamo molto raramente e l’acqua da bere è razionata.
L’Italia nel 2070 è un deserto. Ho conosciuto come era l’Italia prima della grande siccità attraverso le foto di mio padre bambino. Mi ha fatto vedere come faceva il bagno nel fiume.
Io non so cosa sia un fiume. Da noi anche i fiori sono pochi perché le api sono quasi sparite. Anche molti altri animali si sono estinti perché non avevano da bere.
Non ho mai fatto una doccia. Mio padre mi ha detto che siete voi i responsabili di tutto questo. Che siete stati voi a fare poco per garantire l’acqua anche a noi bambini del 2070.
Vorrei dire a tutti gli italiani di scegliere i giusti politici, perché noi bambini del 2070 passiamo le giornate a rinchiuderci in casa. Quando c’è vento si alza una polvere irrespirabile e siamo costretti a indossare delle maschere collegate all’ossigeno. Somigliamo a dei sommozzatori, ma non lo siamo affatto perché viviamo ai piedi delle montagne e non abbiamo molta acqua.
Fate qualcosa per cambiare il nostro futuro.”
A: Fine della lettera.
B: Tu credi che ti ascolterebbero?
A: Lo spero… Siamo i loro nipoti.