Non più terra. Capannoni agricoli con luci a LED produrranno il grano
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Un giorno il grano lo produrremo con la luce artificiale dei LED governati dall’intelligenza artificiale, ci faremo la pasta e assaggiandola diremo anche che è buona.
A molti di noi sfugge che per produrre il grano, e gli altri prodotti agricoli, serve il terreno agricolo. Banale? Sì, ma è così.
Ti basterà osservare i territori che ti circondano per osservare come nell’arco degli anni e dei decenni, però, i terreni agricoli che i tuoi occhi hanno conosciuto, oggi non ci sono più perché ricoperti da centri commerciali, capannoni destinati allo smistamento delle merci o ad attività industriali.
Ettari ed ettari di terreno, potenzialmente agricolo, ogni anno vengono ricoperti di cemento per ospitare nuovi palazzi, nuovi quartieri. Nelle mie zone i terreni agricoli lasciano il posto, oltre che ai soliti capannoni industriali, anche ai parcheggi per i TIR e relativi rimorchi.
Nonostante la crisi alimentare a cui siamo andati incontro nella prima parte del 2022 con la guerra in Ucraina, non abbiamo capito che ridurre a zero i terreni agricoli disponibili in Italia un giorno potrebbe condannarci alla fame se dovesse crearsi qualche altra crisi sistemica lì dove si produce il grano che noi usiamo per produrre la pasta. E questo, ripeto, perché noi in Italia produciamo sempre meno grano e prodotti agricoli preferendo ricoprire i terreni di cemento.
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Grano prodotto con luce a LED: ci faremo anche la pasta
Ecco allora che aziende che chiamiamo start-up, cioè imprese che muovono oggi i primi passi, un giorno ci proporranno (finanziate dalle multinazionali e anche dall’Unione Europea) di coltivare il grano proprio in quei capannoni industriali.
Saranno queste “start-up innovative” a coltivare il grano fuori terra. Un grano irraggiato da miriadi di luci a LED gestite da un algoritmo intelligente in grado di farle crescere in modo ottimale. Meglio del Sole!
E noi, o le future generazioni (col beneficio del dubbio), approveremo tutto ciò giustificando che lì fuori, fuori da quei “capannoni agricoli”, c’è un clima impazzito che distrugge i raccolti con grandinate storiche, gelate improvvise e siccità devastanti.
Convinti che questa sia la strada giusta faremo ancora di più. Convertiremo anche quel po’ di terra rimasta, quei fazzoletti di terreno agricolo che avevano resistito li convertiremo in capannoni agricoli dove produrremo: il grano utile per farci la pasta; il pomodoro per produrre la salsa; le piante di basilico. Il piatto è servito.
E così ci scorderemo dell'esistenza delle api (che già si stanno estinguendo), dimenticheremo l’esistenza di qualsiasi altro insetto impollinatore. Le farfalle le incontreremo nei musei di scienze naturali e i fiori dei campi agricoli nelle foto ricordo.
La speranza
La speranza è nelle future generazioni, le quali spero che, oltre a condannarci senza pietà, non ci lascino neppure un lume acceso sulla tomba per via di quello che gli avremo lasciato in eredità: un pianeta polveroso e siccitoso, dove il grano viene prodotto nei capannoni agricoli illuminati da luci a LED e gestiti dall’intelligenza artificiale.
Avvertenza, in questi “campi agricoli artificiali” i braccianti agricoli non serviranno, poiché ci penseranno bracci robotici istruiti da super computer a seminare e raccogliere il raccolto artificiale. A noi spetterà solo mangiarlo.
Grano prodotto con luce a LED. Ci faremo anche la pasta, i pomodori per la salsa e il basilico per ornare il piatto.
Buon appetito.